Il gioco delle somiglianze familiari
Oggi mi fa piacere condividere con voi questo articolo della Fiaf (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche), che descrive il mio progetto fotografico “DNA”.
L’articolo accosta il mio lavoro insieme a quello di altri fotografi, che hanno affrontato lo stesso tema.
Vi ricordo che il progetto è sempre attivo e chiunque può contattarmi per essere fotografato insieme ad un suo parente.
Una delle frasi di circostanza quando si incontrano amici con pargolo è la fatidica “somiglia tutto/a a mammà/papà!”. E il gioco delle somiglianze, vere o presunte, è protagonista anche di numerosi lavori fotografici, come questo “DNA” di Maria Aloisi.
Realizzato con uno smartphone, “DNA” mette a confronto i tratti somatici di persone di gradi diversi di parentela, estendendosi così ad una sorta di ricerca genealogica.
Fra i numerosi altri lavori che utilizzano questa forma di collage, ne segnalo uno dalla diversa concettualità, “Marriage” di John Stezaker, nel quale l’Autore si appropria delle immagini trovate in libri, riviste e cartoline usandoli come “readymades”. I volti uniti sono quelli di star famose dell’epoca d’oro di Hollywood, e quindi molto riconoscibili da un pubblico ampio, lasciando a ciascuno libertà d’interpretare il senso del progetto, fra la metafora dell’inconciliabilità dei caratteri, e l’ironia sul gioco delle somiglianze.
A volte gli indizi di ogni albero genealogico sono custoditi nei vecchi album di famiglia, come mostra Rachael Rifkin nei suoi autoritratti, simulando le pose, i gesti, i costumi dei suoi familiari ritratti nel tempo, ad iniziare dalla bisnonna materna Fannie.
Sullo stesso tema, ma decisamente più classico, è il lavoro del fotografo tedesco Frauke Theilking, “Generation”, realizzato in studio.
…e chissà in quanti altri modi ancora si può giocare a declinare questo stesso tema…
Attilio Lauria
Tutte le foto © Maria Aloisi, © John Stezaker, © Rachael Rifkin, © Frauke Theilking